mercoledì 29 aprile 2020

L'auto: uno strumento per conservare

Le auto sono un'opera ingegneristica che, andando sempre più avanti nel tempo, sono dotate di un maggior numero di dispositivi tecnologici, alcuni dei quali sfruttano anche principi che coinvolgono la conservazione. In questo caso trattiamo la conservazione energetica e lo facciamo analizzando il sistema "Hybrid" progettato dalla casa automobilistica giapponese Suzuki e che naturalmente troviamo montato sulle auto da essa prodotte. Solitamente quando parliamo di auto elettriche ci aspettiamo che lo siano totalmente o per lo meno al 50%, ma in questo caso la componente elettrica è minima. Esso, infatti, sfrutta un alternatore, l’Integrated Starter Generator (ISG) e due piccole batterie, una tradizionale e una a ioni di litio. Ma quella che a noi più interessa è proprio quest'ultima: l'alternatore, infatti, nella fase di decelerazione, produce energia che viene poi conservata nella batteria a ioni di litio e sfruttata in seguito durante la fase di accelerazione. In questo modo il sistema grava meno sul motore a benzina e porta a un risparmio di carburante non indifferente, soprattutto se si viaggia in città, dove frenate e ripartenze non mancano.



venerdì 24 aprile 2020

STEP#11: Conservare la spesa ai tempi del Covid-19

Mai come ora la conservazione del cibo diviene una pratica essenziale nella nostra vita. La necessità di uscire sempre di meno a causa del virus ha fatto si che la gente in questo periodo preferisca fare spese più grandi, che, in questo modo, garantiscono alla famiglia di non doversi recare al supermercato per un considerevole numero di giorni. Si tratta di una pratica che fino a questo momento sembrava essersi persa: oggi infatti con i supermercati, che talvolta restano addirittura aperti 24 ore su 24, ci siamo abituati a non doverci preoccupare dell'eventuale mancanza di un prodotto consapevoli che ci saremmo potuti recare in qualsiasi momento ad acquistarlo. Uno dei problemi principali che sorge da questa nuova abitudine è che alcuni prodotti col passare del tempo rischiano di non essere più buoni. Diventa quindi importante cercare le giuste tecniche per far si che i prodotti che acquistiamo restino freschi il più a lungo possibile. L'aiuto più grande ci arriva  sicuramente dal web dove, digitando qualche semplice parola chiave, troviamo numerosi siti che ci indicano i migliori trucchi per garantire la maggior durata dei nostri prodotti, come per esempio accade in questo articolo di "Focus" https://www.focus.it/scienza/scienze/trucchi-conservare-cibo-a-lungo?gimg=3#img3. Ma ad accorrere in nostro soccorso sono anche coloro che del cibo hanno fatto il loro mestiere: i cuochi.
Molti di questi hanno deciso di svelare ad alcuni giornali i loro trucchi in ambito culinario in modo da poter aiutare i meno esperti. Ve ne riporto di seguito un caso https://www.panorama.it/lifestyle/la-spesa-intelligente-ai-tempi-del-covid-19.

venerdì 17 aprile 2020

STEP#10: La parola nel mondo cinematografico

Harry Potter e la Pietra Filosofale è il primo film della saga tratta dagli omologhi libri di J.K. Rowling. La mia scelta di ricercare l'uso della nostra parola all'interno di questo film potrebbe sembrare inusuale, a causa della tipologia di film, ma in realtà al suo interno viene descritto uno degli ambienti in cui la conservazione trova maggiore sfogo: una banca. La Gringott (che è il nome della banca) rappresenta il luogo dove chiunque sia dotato di poteri magici può porre il suo denaro e i sui beni più preziosi. Per muoversi all'interno della Gringott si usano dei carrelli in ferro e per aprire le porte sono essenziali le chiavi d'oro, che solo i Folletti possono maneggiare. In questo luogo ci sono molte camere blindate tutte a prova di scasso, vi sono anche dei Draghi per tenere alla larga i ladri. In alcuni caveau, inoltre, sono adottate delle misure di sicurezza supplementari, ad esempio la porta della camera blindata 713 per aprirsi ha bisogno di essere accarezzato da un Goblin certificato dalla Gringott. Tolto ogni dettaglio incantato, il significato di questo luogo resta lo stesso anche nel mondo reale, dietro a ogni oggetto appena descritto non si cela altro che una semplice cassaforte o un meccanismo di sicurezza che possiamo trovare in qualsiasi banca, dove anche noi conserviamo i nostri valori.


Per la trama del film: https://www.comingsoon.it/film/harry-potter-e-la-pietra-filosofale/1046/scheda/





martedì 14 aprile 2020

STEP#09: Arte

L'arte costituisce tutt'ora uno dei migliori strumenti per tramandare la storia di un popolo. Il dipinto riportato qui sotto ci mostra uno dei principali ambienti in cui il nostro verbo trova spazio: si tratta infatti di una dispensa, ovvero quell'ambiente che ancora oggi accoglie i nostri alimenti.
Naturalmente il suo aspetto è variato col tempo, non vi troviamo quasi più gli utensili di una volta, i quali sono stati sostituiti dalle moderne apparecchiature tecnologiche. In questo quadro l'artista raffigura gli elementi che caratterizzavano la tipica dispensa del suo periodo, che, dalla ricchezza di prodotti che contiene, possiamo dire appartenesse a una villa signorile seicentesca.

"Dispensa con testa e piede di porco, testa di vitello tacchino, pollame e altre vivande"

di Jacopo Chimenti , anno 1621, conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze



lunedì 13 aprile 2020

STEP#08: Un salto nell'antichità

La conservazione è una pratica molto antica che nasce quando l'uomo subisce il passaggio da  nomade a stanziale. Infatti fino a quel momento non vi era mai stata la necessità di mantenere intatto il proprio cibo, in quanto possiamo dire che l'uomo vivesse alla giornata, nutrendosi di ciò che cacciava, senza considerare il fatto che il giorno successivo sarebbe potuto restare a digiuno. E' quindi con la nascita dei primi villaggi che vengono create le prime tecniche di conservazione alimentare.
Volendoci spingere nel dettaglio andrei ad analizzare questo aspetto all'interno della società Romana.
Naturalmente i trattamenti erano diversi a seconda dei prodotti; quelli della terra, quali legumi e cereali, per esempio, venivano posti in dei contenitori di legno, che prendono il nome di dolia, e dopo di che bastava praticare l'essiccazione oppure mantenerli in luoghi asciutti, per preservarli dall'umidità e dai roditori.
Per quanto riguarda i prodotti liquidi (olio, vino...) venivano utilizzate botti di legno (in particolare in Gallia Cisalpina), che venivano impermeabilizzate attraverso l'utilizzo della pece, ma soprattutto le amphorae, ovvero dei grossi contenitori di terracotta dotati di collo stretto e lungo, che poteva essere chiuso con tappi di terracotta o di sughero.
Ortaggi, olive, frutta e pesce venivano conservati al naturale oppure in salamoia, mentre per la carne, ma anche per il pesce, si ricorreva a strumenti quali la salatura e la affumicatura. Si tratta di metodi non tra i più efficaci, in quanto rendevano la carne molto dura, praticamente immangiabile, se non dopo essere stata bollita prima nel latte e poi nell'acqua. A seguito di questi trattamenti la carne veniva riposta in una apposita stanza buia e ben aerata, il carnarium, dove i prodotti affumicati venivano appesi mentre quelli salati venivano sistemati entro giare di terracotta.


dolia

anfore

I link: 


martedì 7 aprile 2020

STEP#07: La Poesia

Andando ad analizzare quella che è la presenza del nostro verbo all'interno di un testo poetico, ho scelto di portarvi "In memoria" di Ungaretti.
Si tratta di un componimento scritto in modo da permettere di conservare il ricordo di un suo vecchio amico, Moammed Sceab, nel quale il poeta vede molte caratteristiche comuni ad entrambi; per un ulteriore analisi del componimento vi rimando a questo sito: 

In Memoria

Locvizza il 30 settembre 1916
Si chiamava
Moammed Sceab


Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perché non aveva più
Patria
Amò la Francia
e mutò nome



Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva più
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffè



E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono



L’ho accompagnato
insieme alla padrona dell’albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa.



Riposa
nel camposanto d’Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera



E forse io solo
so ancora
che visse

sabato 4 aprile 2020

STEP#06: Il termine nella letteratura

Oggi prenderemo in esame la nostra azione all'interno di un testo letterario per osservarne come uno scrittore ha saputo adattare questo verbo alla situazione che doveva descrivere al suo pubblico.
A questo proposito ho scelto come libro "Se questo è un uomo" di Primo Levi, nel quale ho trovato un'applicazione di questo concetto che mi ha molto colpito e che ritengo molto significativa, di cui vi riporto un cenno:

"Nulla più è nostro: ci hanno tolto gli abiti, le scarpe, anche i capelli; se parleremo, non ci ascolteranno, e se ci ascoltassero, non ci capirebbero. Ci toglieranno anche il nome: e se vorremo conservarlo, dovremo trovare in noi la forza di farlo, di fare sì che dietro al nome, qualcosa ancora di noi, di noi quali eravamo, rimanga."

Da queste poche righe emerge la paura e la consapevolezza dello scrittore che, una volta fatto ingresso nel campo di concentramento, lui potrebbe non riconoscersi più a causa del trattamento che era rivolto ai deportati dai nazisti, i quali tendevano a privare i loro prigionieri di ciò che aveva costituito un collegamento con la loro vita prima di quel momento. La più grande paura di Levi è quella di sentirsi talmente estraneo a quella vita da smarrire anche la propria identità, per la cui conservazione ritiene sia doveroso combattere.

Potete trovare la citazione a pag.42 del seguente link:

mercoledì 1 aprile 2020

STEP#05: Gli spot pubblicitari

Al giorno d'oggi la pubblicità risulta essere il modo migliore per portare l'attenzione di una persona su un prodotto o su un messaggio. Essa ha naturalmente seguito lo sviluppo tecnologico per essere sempre al passo coi tempi e trovare il miglior modo di trasmettere il suo contenuto; siamo passati dagli inserti sui giornali, ai cartelloni pubblicitari, agli spot televisivi, fino ad arrivare agli elementi che appaiono sui siti che frequentiamo e anche sui nostri social. Naturalmente i prodotti che vengono
sottoposti a questo trattamento sono vari e nei più diversi ambienti. Anche la conservazione ne è  oggetto. Quella in ambito alimentare è sicuramente la più sponsorizzata. Vi porto come esempio la pubblicità della carta stagnola di Cuki del 1995


Essa, come possiamo vedere, sfrutta una scena alquanto surreale per mostrarci quelle che sono le proprietà di questo prodotto, ovvero la grande resistenza e la sua proprietà di mantenere intatti gli odori e i sapori.
Spesso gli spot usano scene assurde in modo da colpire l'attenzione del consumatore e fargli ricordare tale oggetto.


Passando ora ad un altro aspetto della conservazione prenderei in esame la pubblicità di Google Drive, una delle più famose piattaforme concepite per salvare i propri documenti sul web e che ci consente di usufruirne in qualsiasi momento da qualsiasi dispositivo che sia connesso a internet.


Questo tipo di pubblicità  non sfrutta metodi indiretti di comunicazione, infatti punta direttamente a esporre quelli che sono i punti di forza della piattaforma e i vantaggi che un utente ne può derivare.



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